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Semi di Pace

Ecco un’occasione speciale per ascoltare le esperienze dirette di chi ha saputo aprirsi al dialogo, sperimentando l’azione dell’avvicinarsi all’altro, del conoscersi e del rispettarsi, tanto da potersi impegnare insieme per il bene comune.

Semi di Pace è un progetto promosso dalla rivista italiana Confronti per dare voce a israeliani e palestinesi impegnati nell’educazione alla pace e al dialogo interreligioso.

Il progetto si propone di mostrare la complessità della situazione in Medio Oriente attraverso la viva testimonianza di persone che lavorano quotidianamente per il dialogo nelle diverse realtà in Israele e nei Territori palestinesi.

Semi di Pace è, infatti, un programma di incontro tra testimoni di pace, opinion leader, rappresentanti di comunità religiose, intellettuali, studiosi e rappresentanti di organizzazioni, israeliani e palestinesi, che permette loro di confrontare le proprie esperienze e di condividere con il pubblico le loro analisi.

La formula che caratterizza il progetto è la divisione dei testimoni in coppie composte sempre da persone israeliane e palestinesi, che si mettono a disposizione per incontrare i gruppi, le associazioni e le istituzioni che richiedano la loro testimonianza.
(RM)


Edizione 2020

Cancellata a causa della situazione d’emergenza Covid 19

Edizione 2019

13 marzo

Con la partecipazione di Layla Mohammad Ahmed Alsheikh (palestinese) e Ora Lafer Mintz (israeliana) rappresentanti di Parents Circle, organizzazione israelo-palestinese pacifista composta esclusivamente da famiglie israeliane e palestinesi che hanno avuto in comune la sorte di vedere i propri familiari morire a causa del conflitto. Sono anche famiglie che non hanno voluto reagire al trauma del lutto con la volontà di vendetta e di odio, ma hanno preferito ricercare il dialogo e la riconciliazione con l’altro, per arrestare lo spargimento di sangue e operare a favore della pace.

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Edizione 2018

12 aprile

Con la partecipazione di Naim Albaidah (palestinese) e Eli Sahar (israeliano) rappresentanti di Road to Recovery, organizzazione israelo-palestinese per il supporto medico alla popolazione palestinese con particolare attenzione ai bambini che necessitano di cure e assistenza impossibili da trovare nei Territori palestinesi e a Gaza.
Per questi bambini e per i propri genitori, infatti, i costi per il trasporto in ospedale sono proibitivi, specialmente nei casi in cui le cure devono essere reiterate. Questo importante lavoro è fatto perlopiù su base volontaria ed è portato avanti da israeliani che riconoscono l’importanza nella missione dell’associazione e hanno deciso di donare il proprio tempo e l’utilizzo dei personali mezzi di trasporto per trasportare palestinesi bisognosi. Uno dei compiti più delicati, in tal senso, è “scortare” i palestinesi dai propri luoghi di abitazione attraverso i checkpoint fino agli ospedali israeliani. Questo lavoro, chiaramente, non potrebbe essere possibile senza il supporto di palestinesi che svolgono il lavoro di facilitatori con i pazienti.

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Edizione 2017

Semi di pace, dizione 2017

Con la partecipazione di Najwa Saadeh (palestinese) e di Tamara Rabinowitz (israeleiana) rappresentanti di Bereaved Parents Circle Families Forum, organizzazione pacifista composta esclusivamente da famiglie israeliane e palestinesi che hanno avuto in comune la sorte di vedere i propri familiari morire a causa del conflitto.
Sono famiglie che non hanno voluto reagire al trauma del lutto con la volontà di vendetta e di odio, ma hanno preferito ricercare il dialogo e la riconciliazione con l’altro, per arrestare lo spargimento di sangue e operare a favore della pace.
Parents Circle è nata nel 1995, per iniziativa di Yitzhak Frankenthal, il cui figlio Arik era stato rapito e ucciso da affiliati ad Hamas l’anno precedente. Oggi ne fanno parte seicento famiglie israeliane e palestinesi che conducono un’azione comune per la costruzione della pace. Molte le attività promosse dall’associazione: incontri di dialogo per giovani delle due comunità, meeting pubblici tra le famiglie delle vittime, azioni di solidarietà e programmi educativi con il coinvolgimento delle due parti, sito internet in versione araba ed ebraica. La comunità di Facebook “Crack in the wall”, che conta oltre 28.000 membri, agisce per creare una crepa nel muro, impegnando palestinesi e israeliani nel dialogo e fornendo una piattaforma per esprimersi nella propria lingua, poi tradotta all’altro.

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